Masarykova univerzita Filozofická fakulta Ústav románských jazyků a literatur I

Masarykova univerzita Filozofická fakulta Ústav románských jazyků a literatur Italský jazyk a literatura Bc. Marta Schlemmerová L’interferenza linguistica: i francesismi nella lingua settoriale della moda Bakalářská diplomová práce Vedoucí práce: PhDr. Jan Pavlík Brno 2010 2 Prohlašuji, že jsem bakalářskou diplomovou práci vypracovala samostatně za použití pouze uvedených pramenů a že tištěná verze práce přesně odpovídá verzi elektronické. V Brně dne 14. května 2010 ...................................................... 3 Chtěla bych poděkovat svému vedoucímu práce, PhDr. Janu Pavlíkovi, za cenné rady a připomínky a za veškerý čas, který mi v souvislosti s touto prací věnoval. Mé dík patří také mé rodině, přátelům a spolubydlícím za veškeré povzbuzování a podporu. 4 INTRODUZIONE .......................................................................................................................... 5 I. L‟INTERFERENZA LINGUISTICA ......................................................................................... 6 I.1. L‟interferenza come fenomeno linguistico ..................................................................... 6 I.2. Prestiti linguistici ............................................................................................................ 8 II. LA LINGUA SETTORIALE DELLA MODA ....................................................................... 11 III. FRANCESISMI NELLA LINGUA SETTORIALE DELLA MODA ................................... 13 III.1. Descrizione del metodo di lavoro ............................................................................... 13 III.2. L‟elenco dei francesismi ............................................................................................ 14 III.2.a I sostantivi ....................................................................................................... 14 III.2.b Gli aggettivi ..................................................................................................... 33 III.2.c Le locuzioni ..................................................................................................... 38 III.3. L‟analisi dei francesismi ............................................................................................ 39 III.3.a L‟adattamento fonetico .................................................................................... 39 III.3.b L‟adattamento grafico ..................................................................................... 40 III.3.c L‟adattamento morfologico ............................................................................. 41 III.3.d Osservazioni semantiche ................................................................................. 42 III.3.e Altre osservazioni ............................................................................................ 43 CONCLUSIONE .......................................................................................................................... 46 Bibliografia .................................................................................................................................. 47 Dizionari .............................................................................................................................. 47 Fonti elettroniche ................................................................................................................. 48 5 INTRODUZIONE Una lingua nazionale che subisce l‟influenza da parte di un‟altra lingua e di un‟altra cultura la riflette sempre anche nel suo lessico. Dato che il francese ha molto influito sulla lingua italiana e che in vari settori la Francia giocava un ruolo molto importante, non sorprende un numero abbastanza elevato di francesismi in italiano. La presente tesi viene dedicata ai francesismi presenti attualmente nel linguaggio della moda (il termine medesimo di moda essendo un francesismo) al loro stato e alle tendenze relative a essi per vedere fino a quale punto il francese ha influenzato il lessico italiano della moda. Prima di elencare, descrivere ed analizzare le singole parole trovate nelle riviste di moda, si tratterà sinteticamente il fenomeno dell‟interferenza linguistica seguendo il ragionamento di Leonard Bloomfield e del suo Language1, e si definiranno e spiegheranno i termini riguardanti il suddetto fenomeno. Poiché nella lingua italiana non esiste una classificazione unanima del linguaggio della moda si avvicinerà l‟intervento di Alberto Sobrero che si è interrogato sul tema delle lingue speciali e del loro lessico. La seconda parte del lavoro sarà costituita dal glossario dei francesismi di moda elaborato in base ai testi tratti dalle riviste Donna Moderna, Elle e Vogue. Le singole voci contengono la loro descrizione linguistica ed etimologica. Seguirà l‟analisi con cui si evidenzieranno le maggiori tendenze dei prestiti menzionati nel glossario. 1 Leonard Bloomfield, Language, New York, Henry Holt and Company, 1945. 6 I. L’INTERFERENZA LINGUISTICA I.1. L’interferenza come fenomeno linguistico Il fatto dell‟ influenza, semplice o reciproca, tra due lingue si chiama interferenza linguistica. Prima di occuparsi dei prestiti francesi nel linguaggio della moda, si avvicinerà sommariamente il fenomeno ricorrendo alla teoria di Leonard Bloomfield, linguista statunitense, il quale, pur abbordando il problema dell‟interferenza linguistica dal punto di vista della lingua inglese, è riuscito a formulare alcune teorie che sono applicabili a qualsiasi lingua. Ogni comunità linguistica impara dai suoi vicini. Oggetti – naturali o fatti da l‟uomo – passano da una comunità all‟altra, nella stessa maniera anche modi di comportamento, processi tecnologici, abitudini militari, riti religiosi o maniere sociali. Questa estensione di oggetti ed abitudini è stata chiamata da etnologi diffusione culturale2. Assieme alle cose e alle usanze vengono diffusi anche i loro nomi. Così per esempio un italofono, o una persona bilingue o con una conoscenza del francese come lingua straniera, introducendo un oggetto francese ai suoi compatrioti lo designa con il suo nome francese3. La diffusione culturale è dunque strettamente legata con la diffusione linguistica. Se la persona introducente una nuova parola o un utente posteriore ha una buona conoscenza della lingua straniera, può pronunciare la parola nella sua forma foneticamente originaria anche nel contesto della lingua ricevente. Comunque, molto più spesso succede che il locutore ricorre a un „adattamento muscolare“4 sostituendo un suono proprio alla sua lingua madre al suono straniero, ad esempio in una frase italiana, egli pronuncia la parola francese roulotte con una „r“ alveolare invece dell‟„r“ uvulare francese. Nella sostituzione fonetica, i locutori permutano suoni stranieri con i fonemi della lingua madre. 2 Leonard Bloomfield, op. cit., p. 445. 3 Ibidem. 4 Ibidem. 7 Se i membri della comunità linguistica che accettano i prestiti conoscono più o meno il sistema fonetico della lingua straniera o se i prestiti sono relativamente numerosi, i suoni stranieri possono essere mantenuti nella loro forma originaria a costo di violare il proprio sistema fonetico. In questo aspetto esistono molte differenze locali e soprattutto sociali. Bloomfield rapporta gli esempi dell‟inglese che ha spesso conservato la pronuncia dei nasali nei prestiti francesi, come per esempio nella parola salon [sa'lɔ], rendez-vous [rɑde-vu] o enveloppe [ɑv(ə)lɔp]. Dove la conoscenza della lingua straniera cresce, si approssima anche la maniera della pronuncia alla forma corretta nella lingua straniera. Lo stesso adattamento può arrivare in un tempo molto più lungo in caso che la lingua ricevente sviluppa un nuovo fonema che corrisponde meglio al fonema della lingua straniera da cui si presta. 5 In tutti i momenti del processo, l‟assimilazione dei prestiti pone i problemi. Si devono considerare diversi fattori, da un adattamento basato sulle abitudini individuali di ogni locutore, fino a un tale cambiamento fonetico e morfologico che si oscura la comprensibilità della parola. Dopo un certo numero di prestiti di una lingua però se ne deriva una relazione abbastanza regolare, per esempio delle forme adattate dei prestiti francesi in italiano verso le forme originarie in francese, che tutte le parole arrivate nell‟epoca recente possono esser adattate secondo il modello dei prestiti più vecchi.6 Le parole assunte da un sistema linguistico straniero sono sottoposte al sistema sintattico e morfologico della lingua ricevente (in inglese per esempio il funzionamento del prestito rouge: some rouge, this rouge), così come all‟inflessione (in inglese garages) o alla formazione di composizioni e di derivati (di nuovo in inglese: rouge-pot, rouging).7 D‟altra parte, se i prestiti di una lingua sono numerosi, la loro forma può suscitare una nuova regola grammaticale riguardante esclusivamente i prestiti di tale lingua.8 5 Leonard Bloomfield, op. cit., pp. 447-448. 6 Leonard Bloomfield, op. cit., p. 450. 7 Cfr. Leonard Bloomfield, op. cit., p. 453. 8 Leonard Bloomfield, op. cit., p. 454. 8 I.2. Prestiti linguistici Il lessico di una lingua è costituito di un fondo lessicale, nel caso dell‟italiano si tratta del fondo latino, e s‟arricchisce in vari modi: mediante gli elementi già esistenti all‟interno della lingua, come per esempio la derivazione con l‟aggiunta di suffissi, prefissi o affissi; la composizione delle parole; la transcategorizzazione o l‟accorciamento; o importando parole da altre lingue. Le parole assunte da un‟altra lingua si chiamano i prestiti linguistici.9 L‟esistenza dei prestiti in una lingua è strettamente legata alle cause extralinguistiche: invasioni militari, rapporti economici o influsso culturale d‟un paese sull‟altro.10 La Francia si trova geograficamente vicina all‟Italia; entrambe le lingue appartengono allo stesso gruppo di lingue, ciò che facilita il passaggio delle parole di una lingua all‟altra; nella storia la Francia appare più volte nella posizione di una dominazione politica; gli scambi commerciali tra i due paesi si realizzano da secoli ed il prestigio culturale francese era intenso; non sorprende dunque il numero abbastanza elevato di francesismi in italiano.11 Dal punto di vista della lessicologia si distinguono, secondo il grado d‟integrazione, i prestiti non adattati, i prestiti adattati ed i calchi. I prestiti in forma non adattata appaiono in italiano piuttosto recentemente, per la prima volta nel Seicento. Però in tali parole si manifesta spesso il sistema della lingua che le riceve, per esempio nella loro grafia o nella pronuncia, ed i suoni non esistenti nella lingua ricevente vengono pronunciati solo approssimativamente. Inoltre, le parole non adattate sono più spesso rifiutate da parte dei puristi o del sistema stesso. Più comune e più antico, secondo Zolli, è il processo dell‟adattamento dei prestiti secondo le norme fono-morfologiche e grafiche della lingua che li riceve. Gli esempi concreti saranno studiati nel capitolo che analizza i francesismi del corpus considerato. 9 Cfr. Tullio De Mauro, La Fabbrica delle Parole, a cura di C. Allasia, Torino 2005, p. 127. 10 Cfr. Paolo Zolli, Le Parole straniere, a cura di F. Ursini, Bologna, Zanichelli 1991, p. 1. 11 Il Grande dizionario italiano dell’Uso, diretto da T. De Mauro, Torino, UTET, 1999 registra 4370 lemmi venuti dal francese (superato soltanto dai grecismi con 8354 lemmi e dagli anglicismi con 5510 lemmi) sul totale di 250.000 lemmi. Vedi Tullio De Mauro, La Fabbrica delle Parole, p. 136. 9 I calchi invece sono di due tipi: formali e semantici. I calchi formali presentano la traduzione esatta della parola o meglio la sua riproduzione. Si vedono soprattutto in locuzioni o in parole composte, per esempio la parola francese franc-maçon viene riprodotta in italiano come franco muratore o il franco tiratore è un calco sul francese franc-tireur. uploads/Geographie/ bakalarska-prace.pdf

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